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Addome piatto: un mito da sfatare

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Quello della “pancia piatta” potrebbe essere definito un mito. Quante volte ci capita di leggere su giornali e riviste o in slogan pubblicitari  “come ottenere una pancia piatta”, “come tonificare gli addominali” ecc. Forse state pensando: che male c’è? Non è positivo avere un ventre forte e piatto? Non si discute il fatto che l’addome, o meglio, l’area del bacino, sia il motore del movimento, e non si sta inneggiando alla “pancetta”. Il riferimento è al malinteso tra una pancia come centro della forza e una pancia cronicamente contratta, tesa, tirata in dentro. L’area dell’addome è fondamentale come centro di energia ed equilibrio, tanto che la forza di un corpo è determinata dalla potenza del basso addome, anzi, precisamente da tutta la regione pelvica, ma affinché essa svolga le sue funzioni al meglio, deve essere tonica e al tempo stesso flessibile ed elastica. Questo è importante per atleti e sportivi così come per il benessere e la salute in generale. Si legga quello che scrive il dottor Moshe Feldenkrais a proposito della connessione tra l’addome, il bacino e la testa per una postura sana e dinamica: “La colonna vertebrale è sostenuta dal bacino. La testa galleggia come un piattino in cima a una canna di bambù nelle mani di un giocoliere cinese. Tutto ciò che costituisce il corpo pende dalla colonna vertebrale o dalle costole, che a loro volta pendono dalla colonna. Perciò è il bacino a trasportare il tutto. Non è possibile un’azione corretta senza un buon controllo delle articolazioni del bacino.” Il bacino, infatti, deve essere in grado di muoversi liberamente in tutte le sue articolazioni, con conseguente libertà delle anche e della zona lombare, e questo è possibile soltanto se la tonicità non è data da una contrazione volontaria, che rappresenterebbe un’interferenza nella naturale contrazione tonica. Quando i muscoli della pancia sono tenuti volontariamente, le possibilità di movimento si riducono e si creano forti tensioni nella zona lombare, con il rischio di andare incontro a dolori e a problemi alla schiena, al collo, così come alle anche e alle ginocchia. Quando i muscoli lavorano correttamente, si contraggono per compiere l’azione e poi si rilassano, tornando a uno stato di neutralità, per potersi contrarre di nuovo quando occorre. A ciò si aggiunga che il muscolo che funziona al meglio è quello con la capacità di contrarsi e decontrarsi al massimo della sua potenza nel minor tempo possibile, permettendo di assumersi il maggior carico di lavoro che è nelle sue capacità. Se quindi alcuni gruppi di muscoli svolgono un’attività non necessaria, altri non avranno il tono giusto perché poco operativi. Sempre Feldenkrais: “Nell’azione corretta, il lavoro compiuto è distribuito in modo che i muscoli più grandi facciano una gran parte del lavoro e quelli più piccoli lavorino meno, in proporzione alla loro dimensione.” I muscoli addominali tenuti e contratti ostacolano la libertà di movimento dei muscoli più grandi e profondi, che non possono più lavorare nel pieno della loro capacità. Il bacino è il centro del potere ossia della nostra forza, energia, vitalità: nella sua forma ossea semisferica esso accoglie i visceri, la muscolatura del pavimento pelvico, quella addominale, lombosacrale e quella relativa alle anche. Se serro ef reno tutto questo con una tensione nella muscolatura addominale superficiale mino non soltanto ogni mio movimento nella sua libertà e potenza, ma anche il mio respiro (quindi l’ossigenazione dell’organismo) e il lavoro fisiologico degli organi. Perdo di conseguenza in vitalità, accelerando il processo di invecchiamento.

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