Quante volte hai detto “Mi piacerebbe ma non ho tempo”, “Mi farebbe bene ma non ho tempo”… tutte affermazioni che non ti aiuteranno a trovare il tempo per te, ma incideranno nel tempo sul tuo stato d’animo e sulla tua salute.
Penserai “che scoperta, ma se il tempo non ce l’ho”… intanto ti dico che continuare a dire “non ho tempo” ne rafforza la mancanza, o meglio, la percezione di questa mancanza che si traduce in effettiva mancanza. Iniziare a dire “voglio prendermi del tempo”, “posso”, “me lo permetto” è il primo cambiamento. E poi quando dico tempo non intendo lunghi weekend o mezze giornate, benché siano sempre graditi. Intendo il tempo per accogliere i messaggi che il tuo Sistema, la tua Intelligenza Biologica, ti lancia attraverso le sensazioni corporee durante la giornata. Quindi qualcosa di semplice, ma molto molto potente ed efficace.
Un esempio: sento che mi scappa la pipì… la faccio! Non rimando. Perché in quanto donna so bene che a volte andiamo in bagno all’ultimo se stiamo svolgendo un’attività e quando ci decidiamo siamo anche un po’ di fretta. Così non permettiamo alla vescica di portare a termine il suo lavoro. La conseguenza nel tempo è un mal funzionamento. E noi cosa facciamo? Lo accettiamo, pensando che sia dovuto all’avanzare dell’età. Per la gioia di chi vende pannolini. A questo io mi oppongo, perché basta conoscere il proprio corpo e rispettarlo per evitare tantissimi inconvenienti dati invece per “normali”. Di normale in donne che perdono la pipì non c’è niente.
Un altro esempio? Inizio a sentire di voler bere… bevo! Mica aspetto che la bocca sia asciutta. Oppure: sono davanti allo schermo del pc e sento che gli occhi si stanno stancando. Anziché aprirli di più sforzandomi, puntando lo sguardo e, magari, portando avanti il collo, mi prendo due minuti e poso il palmo delle mani sugli occhi, ascoltando il mio respiro. Ti assicuro che quei due minuti non incideranno sulla consegna del lavoro.
Valgono più piccoli momenti disseminati lungo l’arco della giornata, che non corse per portare a termine compiti e doveri pensando poi di riservarsi il “meritato” riposo (che a volte nemmeno arriva…). Spesso noi donne siamo come in un frullatore tra impegni professionali, familiari, domestici ecc. e ci dimentichiamo di noi stesse. Ci proiettiamo, quasi in automatico, verso i bisogni degli altri. Ma perché chi ci è vicino stia bene, è fondamentale che ci prendiamo innanzitutto cura di noi.
Prendersi il tempo per ascoltare i messaggi che vengono dal corpo (interocezione) è il primo invito che faccio nei miei corsi “Rivitalizza il Perineo”, fondati su questo allenamento ad ascoltarsi per conoscersi. Tanti problemi del pavimento pelvico (e non solo) derivano proprio dalla mancanza di tempo per sé e mi viene spontanea la domanda (sfacciatamente retorica, certo): è più il tempo impiegato nell’ascoltarci e nel rispettare il più possibile i nostri bisogni o nel rimandare sempre quel tempo per poi doverlo usare per cure, farmaci, inconvenienti e disturbi?
Al tempo è connesso il ritmo. Ricordiamoci che siamo “cicliche” e nelle diverse fasi del mese manifestiamo un’energia diversa. Se entriamo in accordo con questa energia e la “cavalchiamo” saremo più sane e più forti. Potremo programmare meglio le nostre attività sulla base delle forze che ci muovono. Ti sarai accorta che ci sono momenti in cui ti senti più attiva e proattiva, creativa e socievole, altri in cui sei più introspettiva e riflessiva, solitaria e sognante… non siamo “lineari” come gli uomini, ma viviamo in una società tagliata sul maschile e siamo le prime a pretendere da noi stesse di mostrare quanto siamo brave a rispondere alle aspettative di questa società, rinnegando così la nostra natura. Con il prezzo di esaurire le nostre forze e di soffrire poi di varie sindromi, a partire da quella premestruale per continuare con i vari disturbi considerati inevitabili della menopausa. Più in generale sento tante donne accusare stanchezza, spossatezza, diffusi dolori muscolari o articolari… Nemmeno questo è normale, così come non lo è perdere gocce di pipì nelle mutande. Rassegnarsi a questo deriva dal non conoscere e non riconoscere la verità del Corpo Femminile.